L’inflazione in economia è un indice che rivela il variare dei prezzi di beni e servizi nel tempo. Esso viene comunicato mensilmente dall’ISTAT anche attraverso un valore percentuale, per poterlo paragonare allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le cause di questo fenomeno sono diverse, per esempio la presenza di una domanda superiore all’offerta genera un aumento dei prezzi fino a quando la produzione non si adegua (Keynes), oppure l’aumento dei costi di produzione quale materie prime e lavoro induce le imprese ad aumentare i prezzi di vendita o ancora l’espansione della moneta da parte della Bce. Indipendentemente dalla causa, le conseguenze sono sempre identiche: il costo della vita aumenta e 1.000 euro oggi avranno meno valore reale fra 10 anni.
Questo non è altro che il potere d’acquisto dei consumatori, che va a diminuire nel tempo. Il fenomeno opposto si chiama deflazione e si è verificata per diversi mesi nel 1959 con una media annua di – 0,5%.
Investire per conservare il valore del denaro
Da quanto scritto si evince quanto è importante capitalizzare in ottica di lungo periodo, per combattere il tasso di inflazione. Mantenere un grosso capitale per anni sul conto corrente significa perdere molto in termini reali negli acquisti. Molti hanno il timore dell’investimento, quando la prima paura dovrebbe essere il non-investimento!Quella che si verifica e’ una perdita graduale ma costante, e non ci si accorge che avviene.
I conti deposito battono l’inflazione nel breve periodo!
Come superare quindi il pericolo dell’inflazione? Falliscono in questo compito sia le polizze vita che i PIP (piani individuali pensionistici) che promettono un rendimento garantito certo. Ma se si verificassero fenomeni inflattivi altissimi come avvenne tra gli anni 70 e 80 in cui si raggiunse anche il 21% medio annuo?
Nel lungo periodo esistono solo 2 investimenti che proteggono in maniera efficace: i BFPi (buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione) e i BTPi (buoni del tesoro pluriennali indicizzati all’inflazione). Sono ottimi prodotti, sicuri e che proteggono il capitale, che offrono un tasso % base più il recupero dell’inflazione italiana nel primo caso ed europea nel secondo. Sono sempre consigliati ma oggi hanno tassi base un po’ bassini .
Nel breve periodo invece fanno straordinariamente bene i conti deposito, che in questo senso non hanno risentito del taglio ai tassi rispetto a 1 anno fa, anche perché l’inflazione è a livelli molto bassi. Vediamo un caso specifico:
YouBanking 2,75% lordo tasso vincolato per 12 mesi, 3,25% lordo per 18 mesi, possibilità di svincolo anticipato, bollo gratuito.
Contro
Inflazione media 1,2 % medio annuo
Tasso netto per YouBanking 2,2% sul 12 mesi, 2,6% sui 18 mesi. Siamo decisamente sopra in entrambi i casi! Anche nel caso di depositi liberi come ContoForte o Conto su Ibl 2% siamo tranquilli. Il confronto tiene volutamente in considerazione il breve periodo, proprio perche sul medio-lungo non sarebbe possibile fare stime, l’inflazione potrebbe salire tranquillamente sopra questi livelli anche in considerazione del fatto che la media degli ultimi 10 anni è del 2%, 2,5% se si sale a 20 anni.
Gli economisti più saggi concordano sul fatto che il primo parametro da tenere in considerazione prima di investire è proprio cercare di battere l’inflazione media annua, e questo è ciò che un buon risparmiatore dovrebbe sempre tenere a mente.