Conto Deposito e Bollo

Il decreto “Salva Italia” del 2011 introdusse, tra le manovre per ristabilire l’equilibrio finanziario, anche l’estensione dell’imposta di bollo a tutti gli strumenti finanziari (quindi non più solo ai depositi titoli). Con la manovra, che ebbe effetto immediato per il 2012 e per il 2013, l’imposta di bollo diventa proporzionale con aliquota di:

Persone Fisiche
1 per mille sul capitale nel 2012 (con un minimo di 34,20 € e un massimo di 1.200 €)
1,5 per mille sul capitale nel 2013 (con un minimo di 34,20 €)

L’applicazione non riguardò i conti correnti, dove invece rimase l’esenzione dell’imposta sui conti con giacenza fino a un massimo di 5.000 € (34,20 € fissi sopra).

Quella data fu significativa perché segnò la fine dell’ El Dorado fiscale italiano in cui vissero i conti deposito fino a quel momento, l’impressione di tutti fu proprio che si volesse andare a colpire proprio questi strumenti, sempre più utilizzati negli ultimi anni. Investire il proprio capitale divenne un costo prima di avere un guadagno, ma a farne le spese furono soprattutto i piccoli-medi risparmiatori che si trovarono il minimo da pagare in ogni caso. Per molti non fu più nemmeno conveniente.

Cosa è cambiato nel 2014?
E’ cambiato che alla fine il minimo è caduto! Non più 34, 20 € da versare in ogni caso, ma aumento al 2 per mille sul proporzionale.

“Mini patrimoniale” più equa? Molto probabilmente si, se si pensa che fino all’anno scorso per chi stava sotto i 22.800 € depositati (soglia in cui lo 0,15% corrisponde esattamente a 34,20 €), l’importo da pagare era molto più dell’1 per mille! Oggi invece chi vuole vincolare su un conto deposito solo 1.000 € può farlo tranquillamente perché avrà solo 2 € di bollo, mentre nel 2013 34,20 € rappresentavano (su 1.000 €) già più del 3% del versato.

Come si sono organizzate le banche nel corso di questi anni?
L’inizio del 2012 fu un periodo decisamente turbolento per i conti deposito. I risparmiatori invasero i forum chiedendo spiegazioni con decine di thread sullo stesso argomento.

Cosa succederà adesso ai nostri soldi? Alcuni istituti reagirono prontamente. Banca Ifis con Rendimax fu fra le prime ad annunciare che al cliente non avrebbe fatto pagare nulla. Altri invece mandarono comunicazione ai rispettivi clienti della modifica unilaterale di contratto.

Diversa è invece la situazione per conti corrente con annesso un deposito interno, dove il codice Iban è il medesimo, come nel caso di WeBank. In questo caso, come già detto, il cliente non paga nulla sotto i 5.000 € e 34,20 € per cifre superiori.

Con la modifica del 2014 le cose non sono cambiate per il momento, chi prima scontava il bollo continua a farlo, chi lo faceva pagare ha continuato su questa linea, alcuni offrendo un rendimento più alto (come nel caso di DepositoSicuro di Banca Marche).

L’impressione è che dopo il terremoto, la situazione si sia stabilizzata, le banche hanno studiato offerte mirate per non perdere clienti. Sotto presentiamo una lista dei principali conti deposito che ad oggi offrono il bollo gratis per il cliente (tra parentesi la banca sottostante, poi le tipologie offerte):
Bccforweb (Credito Cooperativo di Pisa e Fornacette), solo vincolato
Conto Forte (Banca Mediocredito FVG), sia libero che vincolato
Conto su Ibl (IBL Banca), sia libero che vincolato
Contomax e Rendimax (Banca Ifis), sia libero che vincolato
Deutsche Bank Easy (Deutsche Bank), solo libero
Findomestic, solo libero
Si Conto! (Banca Sistema), solo vincolato
You Banking (Banco Popolare), sia libero che vincolato

Per fare un buon investimento è necessario considerare diversi parametri, compreso il pagamento o meno del bollo; questo non vuol dire che bisogna escludere a priori altri conti come Deposito Sicuro, Conto Arancio o Che Banca, ma semplicemente calcolare il rendimento effettivo di questi ultimi (o altri), togliendo lo 0,2% dal tasso lordo per confrontarli a quelli della lista sopra, ciò equivale a dire che un 3,2% con bollo e un 3% senza bollo hanno lo stesso rendimento annuo.